il 6.38% non è il rendimento dei BTP ma il rendimento che si avrebbe acquistando un BTP sul mercato secondario.
Provo a spiegare in parole semplici. Lo stato quando emette buoni li mette all'asta (mercato primario): questo fa sì che io non sappia il prezzo che pagherò per i BTP finchè non si conclude l'asta, e quindi non so nemmeno il rendimento effettivo.
Dopo averli acquistati io posso decidere se tenermi i BTP fino a scadenza oppure venderlo ad altri. Vendendo il BTP ad un certo prezzo io ottengo soldi subito invece che dover aspettare la scadenza del BTP, e l'acquirente compra il credito verso lo stato per la parte di tempo che rimane.La vendita di BTP successiva alla loro emissione si svolge nel cd. mercato secondario, e si può fare solo in borsa; in queste compravendite il prezzo è determinato, come per merci ed azioni, da domanda ed offerta, e la domanda è fortemente influenzata dalla capacità dello stato di pagare i propri debiti.
Quindi se io decido di vendere i miei BTP acquistati qualche anno fa il loro prezzo non sarà quello scritto sul mio titolo di credito ma viene determinato anche da chi vuole comprarlo: chi compra deve trovare conveniente l'acquisto del mio titolo, deve poterci guadagnare. Quindi probabilmente io sarò disposto a rinunciare ad una piccola parte del mio investimento, se ho necessità di vendere, probabilmente venderò ad un prezzo inferiore... ecco che il tasso di quel titolo sale. Contemporaneamente se lo stato che deve rimborsare quel titolo sembra inaffidabile e/o vicino al fallimento, come l'Italia, i potenziali acquirenti di BTP sul mercato secondario non decideranno di comprare finchè il rendimento dei BTP non compensa il maggior rischio. Io sarò costretto ad abbassare ulteriormente il prezzo, il che comporta una resa maggiore per l'acquirente (che ha sempre diritto allo stesso valore nominale dei titoli acquistati).
E' la legge del mercato: ciò che ha un rischio maggiore ha contemporaneamente una rendita maggiore. Come per le scommesse... ciò che è più improbabile o insicuro rende di più.
La stessa cosa accade nel mercato secondario dei BTP: più lo stato sembra in difficoltà maggiori sono le richieste degli investitori per "compensare" il maggior rischio che c'è nel comprare titoli italiani, rispetto per esempio a quelli tedeschi.
Di conseguenza l'Italia potrebbe esser costretta ad emettere titoli con rendimenti più alti, nelle prossime aste, perchè gli investitori altrimenti potrebbero non trovare conveniente l'acquisto di BTP visti i rischi.
Se nessuno acquista titoli di stato lo stato può fallire perchè non riesce a coprire il proprio debito pubblico; ma se lo stato emette titoli con rendimenti troppo alti, visto che i titoli SONO debito pubblico, si finisce di nuovo con l'incrementare il debito pubblico oltre i limiti che si possono coprire... e quindi di nuovo c'è rischio fallimento.
Detto questo posso rispondere sinteticamente alle tue domande:
se acquisti mille euro di BTP biennali sul mercato secondario oggi avrai un rendimento del 6,38%, il rendimento che avranno comprandoli domani lo saprai domani.
Se invece li acquisti sul mercato primario, cioè ad un'asta indetta dallo stato, non saprai quale sarà il rendimento finchè non si conclude l'asta, perchè solo alla fine sai il prezzo cui te li aggiudichi.
Poi, il rendimento di 6,38 è altissimo come dici tu, se non ricordo male in condizioni normali il rendimento non supera mai il 3-4%. Il 7% è un rendimento medio "tipico" da mercato azionario.
Infine, il rendimento dei titoli aumenta ogni giorno anche grazie alla crisi; la crisi rende necessarie misure per fronteggiarla, lo stato italiano non appare in grado di garantire quelle misure nè tantomeno di pagare i propri debiti. Questo comporta che i titoli già emessi costino meno a parità di rendimento nominale, e così la rendita di quei titoli cresce. E forse i titoli emessi in futuro dovranno avere tassi maggiori.
Tassi maggiori= più debito pubblico = più crisi e meno mezzi per fronteggiarla. E' un cane che si morde la coda: la nostra scarsa credibilità ed affidabilità fa crescere i rendimenti dei titoli, più aumentano quei titoli più peggiora la crisi e diminuiscono le risorse, più peggiora la crisi più aumentano i titoli ed i loro rendimenti, e così via fino al fallimento.
Spero di essere stato chiaro, son stanchissimo e non ho la forza di rileggere... se hai spiegazioni da chiedermi sono a disposizione.